bloggando s'impara
ma che cavolo di titolo...
giovedì 19 febbraio 2015
Nati il 17 luglio (ISEE, INPS e compleanni)
martedì 10 giugno 2014
San Giovanni
Tra qualche settimana si festeggerà San Giovanni, il patrono di Firenze. E' tipico di santi e madonne ascendere al cielo ovvero essere assunti in cielo. Per questo motivo ho pensato per molto tempo che l'appellativo "decollato" usato per San Giovanni avesse a che fare con la sua salita verso il Paradiso. Ovviamente, con preghiera di tenere allacciate le cinture di sicurezza finchè non si spegne la luce rossa.
Terra Nuova festival, gechi e pensieri
Ieri sono andata a pranzo a Firenze. In treno, era seduto accanto a me un ragazzo con una lucertola tatuata sul collo, che mi ha ricordato il geco che abbiamo visto sul muro caldo del giardino di Riccardo, l'altra sera quando siamo tornati a casa dopo una giornata al Terra Nuova festival. Un pensiero da nulla, come la maggior parte dei pensieri che ci fluiscono in testa. Che poi chissà se i pensieri sono davvero nella testa. Se avessimo occhi, narici e orecchie sul palmo delle mani, forse ci convinceremmo che i pensieri stanno sulla punta delle dita e che non possiamo farne più di dieci alla volta.
sabato 31 maggio 2014
A scambiar lettere
Faccio un uso abbastanza rudimentale del telefonino: non ho scaricato nessuna app e quando vado su internet non salvo mai le pagine che visito più spesso. Quindi, per navigare scrivo sempre a mano l'url con il tastierino che spunta sullo schermo. Data la vicinanza di alcune lettere e la dimensione dei tasti, mi capita spesso di sbagliare. Qualche settimana fa, per cercare gli orari dei treni, stavo andando sul sito di "tremitalia": forse era un avvertimento pre-elettorale. E l'altra mattina mi sono ritrovata a sorridere appena sveglia, quando, invece di scrivere "ilfattoquotidiano", ho scritto "ilgattoquotidiano", mentre il felino di casa, Frida, faceva le fusa assopita sulla mia pancia. L'errore ricorrente è però "favebook", un social network piuttosto curioso, specialmente se uno è toscano.
Inerzia e tinture
Sono sempre molte inerte in certe decisioni che riguardano la cura del mio aspetto fisico e del mio abbigliamento. Se vedo in un negozio un paio di scarpe che mi piacciono, sono capace di rimandare l'acquisto a quando di sicuro non avranno più il mio numero. Mi piace smaltarmi le unghie ma di solito penso "lo farò domani". Sono circa 20 anni che mi ripropongo di iniziare una qualche attività fisica per arginare il decadimento ormai alle porte. Riguardo ai capelli, i fili bianchi stanno aumentando, ma, nonostante i progetti, non vado mai dal parrucchiere per fare un colore, come, a giorni alterni, avrei invece voglia di fare. Parlando con il mio compagno di viaggi di quest'ultima inerzia, lui mi ha detto che sto bene così e che i capelli bianchi mi conferiscono l'aria sicura di chi "sta bene così come è". Quindi chi vede i miei fili bianchi si fa un'idea molto distorta di me. A volte il trucco sta nel non usare nessun trucco. Non ci avevo mai pensato.
martedì 15 aprile 2014
Cassettone, ricordi e sassolini
Stamani, prima di prendere un cappuccino al bar, sono andata a buttare la lettiera del gatto. Vicino ai cassonetti c'era quello che mi è sembrato il cassettone della mia camera da letto di quando ero bambina. Con il piano coperto di carta di giornale e senza cassetti, non sono sicurissima che si trattasse proprio di lui, ma la linea caratteristica dei pannelli laterali ha risvegliato in me il ricordo tattile di quando lo spolveravo, facendo scorrere il dito lungo il profilo scanalato di materiale plastico. I miei ricordi si attaccano alle piccole cose, agli oggetti e alle persone di sempre. Sono i particolari banali a fare da struttura portante a quello che mi porto dietro dal passato. Alle scuole medie la professoressa di educazione artistica mi insegnò a dare forza ai disegni aggiungendo un tratto deciso alle sagome, così che un albero piatto prendeva personalità se si accentuava il tronco con una pennellata più evidente. Il profilo del cassettone, l'odore di sapone di mio babbo la mattina, il calore del muro esterno di casa quando mi avvicinavo d'estate per suonare il campanello, i passi di mia mamma lungo il corridoio, il rumore di due mattonelle mosse nel pavimento davanti allo specchio di camera, le gocce di condenza sulla finestra del bagno, le voci dal piano di sotto che salivano attraverso la canna fumaria, le fette biscottate nel latte mangiate davanti alla finestra. Queste sono le pennellate che tengono vivi i miei ricordi. Mi viene da pensare che forse non è il caso di lanciarsi in imprese memorabili, se quello che ci portiamo dietro dalla strada sono i sassolini che inavvertitamente si attaccano alla suola delle scarpe.
giovedì 3 aprile 2014
Contraddizioni e gatti molto neri
Stasera sono uscita con Cinzia; siamo andate a cena a Gravanella, sulla Setteponti. Tornando a casa, da sola in auto, prima del ponte sulla curva a Malva, un gatto molto nero mi ha attraversato la strada. Mi sono fermata. Sono rimasta un po' in attesa di macchine che da una direzione o dall'altra rompessero il muro impalpabile che mi trovavo davanti e mi sono resa conto che la setteponti di giovedì sera alle 11 e mezzo è veramente poco trafficata. Allora ho valutato se un gesto scamantico di qualche tipo potesse darmi la forza di ripartire, ma non me ne è venuto in mente nessuno (in realtà ne ho una collezione, ma non vanno bene sempre). Così ho fatto inversione di marcia e sono passata da una via alternativa: sono scesa verso Persignano, sono arrivata al Borro delle Cave, da lì sono risalita verso la Penna e poi verso Loro. Ho percorso diversi chilometri in più per arrivare a casa, ma mi sono goduta una via che da tanto non percorrevo e soprattutto mi sono sentita libera di essere superstiziosa. Di solito bisogna mascherare certi comportamenti che vengono giudicati eccentrici o sconvenienti, specialmente se si bazzicano per lavoro le materie scientifiche e di conseguenza si è vinto il bollino della razionalità. Tocca far finta di nulla e inventarsi antidoti che non danno nell'occhio se qualcuno mette il pane a pancia in giù o il cappello sul letto, se si versa l'olio o se cade il sale. Stasera non è andata così. Evviva le contraddizioni, sono loro che ci tengono in vita.
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